Potere di controllo "informatico" del datore di lavoro e tutela della privacy del lavoratore

L\u2019articolo affronta le specifiche e delicate questioni sollevate dall\u2019accesso alla navigazione web ed alla posta elettronica da parte del lavoratore durante l\u2019orario di lavoro; questioni che hanno polarizzato il dibattito dottrinale e giurisprudenziale sull\u2019art. 4 dello Statuto dei lavoratori sul divieto di controllo a distanza. L\u2019analisi delle suddette questioni offrono lo spunto anche per un esame della giurisprudenza dell\u2019Unione europea in tema di diritto alla riservatezza ed alla protezione dei dati personali (sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell\u2019Unione europea). Si passa quindi ad esaminare come vive il Codice della privacy la normale impresa italiana (industriale, di grande distribuzione, di servizi) che svolge la sua attivit\ue0 in un mondo di concorrenza. I punti nevralgici esaminati sono due. Il primo riguarda la sicurezza del sistema informatico aziendale rispetto all\u2019esterno. Il secondo \ue8 quello di garantire un controllo sull\u2019attivit\ue0 dei lavoratori che sia adeguato alle esigenze di tutela dell\u2019attivit\ue0 che si prefigge l\u2019impresa, ma al contempo non intrusivo nei confronti della sfera personale del lavoratore. La tesi espressa dall\u2019Autore \ue8 quella della persistenze attualit\ue0 dell\u2019art. 4 della legge n. 300/1970